Finalmente il secondo governo di Romano Prodi può dirsi completo. Ottenuta la fiducia alle due Camere, il nuovo governo di centro-sinistra potrà dimostrare al popolo e all'opposizione di avere tutte le carte in regola per cominciare a governare, con sagacia e misura. I nodi e gli imbarazzi, comunque, sono tanti: senza andar a guardare le pagliuzze (oddio) negli occhi dell'altrui Casa delle berlusconiane libertà, ci sono tanti problemi in questa Unione, che appare meno disunita di quanto sembra, ma egualmente precaria e afflitta da una costante patologia: l'incapacità di tacere.
Andiamo con ordine: Prodi giura al Quirinale e presenta un nuovo governo. E' trasparente, il nostro nuovo Presidente, perché annuncia già i ministri titolari di cariche che saranno poi ratificate nel Consiglio dei Ministri successivo. Ma il tam tam di certa sinistra (PRC, profondamente diverso dai Comunisti Italiani) già comincia con Ferrero. "Aboliremo la legge Biagi, legalizzeremo le droghe leggere..". Già era stato anticipato da un illustre intervento del neo-presidente della Camera, che, pur avendo la mia personale stima, proprio non riesce a misurare il raggio delle sue parole, prestando il fianco in più occasione ad una destra che, povera di conenuti, non aspetta altro che un passo falso per azzannare alla giugulare gli avversari. "Il Papa non capisce..."; "Mediaset deve dimagrire". E meno male che il buon Fausto aveva riconosciuto la istituzionalità del suo ruolo che gli avrebbe impedito ulteriori monologhi teatrali.
Ma le "centobellezze" dei nuovi ministri non accennano ad esaurirsi. Ecco il ministro Bianchi, indipendente comunista: "Il Ponte non si fa". Perfetto. Penso che nell'Unione siano tutti d'accordo, ma si poteva aspettare il post-elezioni amministrative siciliane, quantomeno per ratificare il voto del popolo siculo sulla questione, per vedere chi tra Cuffaro e Rita Borsellino avrebbe vinto. Si prosegue con la Turco: "Si alla sperimentazione alla pillola abortiva". Nell'Unione non sono tutti d'accordo, ci sono tensioni con il Vaticano, il momento non é propizio, eppure, un altro "statement" sfugge dalla bocca di un neo-ministro.
Ora, queste affermazioni sono facilmente "perdonabili" ad una squadra di ministri alle prime armi. In realtà, bisogna dirlo, c'era una gran necessità nella politica italiana di facce nuove e Ferrero, Bianchi, la Turco, ma soprattutto De Castro, possono risultare piacevoli novità nel panorama politico. Queste affermazioni non sono neanche lontanamente paragonabili alle "uscite" di determinati ex ministri. Una su tutti, quella dell'ex ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Lunardi: "Bisogna convivere con la mafia".
Però...
...non sarebbe meglio marciare "a testa bassa", come ha suggerito Prodi? E' possibile che l'attuale centro-sinistra in Italia non sia capace di procedere piano, con moderazione, COLLEGIALMENTE, senza che vi siano scossoni o gesti clamorosi? Quel che é peggio é che tale classe dirigente rispecchia esattamente un elettorato subito pronto a scendere in piazza con le bandiere, senza avere la minima idea o informazione sul tema sul quale manifesta, né ha in testa una soluzione a tale problema. Rifondazione Comunista spinge e ha spinto in passato per numerosi scioperi. E' mai arrivata una proposta seria e concreta e soprattutto condivisibile dal centro-sinistra per risolvere annosi problemi come il precariato o la sperimentazione sugli embrioni, o i rapporti con l'Europa? Una destra, sicuramente più povera di idee, é riuscita a governare per 5 anni, con tanti rimpasti, ministri intercambiabili, telenovele senza fine, ma sulla spartizione del potere, ben più evidente che nell'attuale centro-sinistra, ha basato la sua azione di governo, la sua unità, riuscendo ad unire identità ben diverse, dall'UDC moderato, pacato (ed inconcludente) ad una AN, irritabile (e disonorata dall'addio e dal rientro di Tremonti, richiesto esplicitamente da Fini), da FI, che si dichiara vincitore pur avendo perso, ad una Lega che con il 4% delle preferenze nel 2001, ha ottenuto TUTTO quello per il quale ha stipulato il patto con la CdL nel 2001.
Il nostro nuovo presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha fatto un annuncio serio ed altamente condivisibile ed auspicabile: l'Italia deve europeizzarsi, deve lavorare perché si ricucisca lo strappo politico (ma non sociale, né culturale) del paese, deve lavorare per una maggiore concordia, per un miglior dialogo tra le istituzioni. La destra, si badi, qualora dovesse andare a governare, tra 3-4-5-6-7 anni, si ritroverà al Quirinale un Presidente che non ha votato. Ma tutti conosciamo quanto sia lunatica la CDL, che propone Andreotti e poi lo fischia, propone Ciampi e lo fischia...
Volare basso. Questo deve essere il punto di partenza del nuovo governo.